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Chie Ses?

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CHIE SES?

(And you?)

river-541456_1280Vorremmo e potremmo se fossimo all’altezza delle nostre attese in coda alle promesse della politica vana. Nel mio disterru londinese, dove osservo con l’ampiezza insulare il fenomeno globale della capitale inglese, ho più volte intrattenuto delle sane discussioni con il mio lato polemico, sentenziando come il peccato originale ci veda colpevoli per l’ammanco di qualsiasi impresa al di là delle vicende. conosciute. Non tutto il nostro male luccica per nuocere condannandoci al bisogno, perciò ho polemizzato distraendomi alla folla, ammettendo un fatto straordinario per il pensiero con il quale mi ero sempre annunciato ai miei contemporanei. L’Isola è uno di quei rari luoghi civilizzati che avanza attraverso i tempi moderni mantenendo il passo essenziale, suscitando perciò il disprezzo nell’umano troppo umano distratto dalla corsa all’oro. Quel tempo iniziato dalle stelle e dalla consapevolezza del divino in noi, che contempla le stagioni e cicli naturali, preservando l’uomo dalla tempesta di nozioni senza valore e azioni con un mercato esagerato. Mi domando se l’appello disperato fatto per darci un nuovo abito esteriore, non risponda all’ennesimo tentativo di ingannarci sul reale valore occultato del territorio e l’impulsiva salvaguardia delle tradizioni viste come azioni da emigrati seriali. Mi sposto verso il centro della metropoli spingendo fra la calca, superando le botteghe lussuose, i ristoranti principeschi, e non vorrei imbattermi mai nell’insegna con i quattro mori che accalchi gente alla porta per assaggiare un pezzetto di maiale surrogato pagato con la carta di credito. Questo mondo mi sembra in grande debito con sé stesso, se l’inevitabile rincorsa verso cui le società tendono senza risparmio, è destinata ad accrescere all’infinito la piramide della ricchezza, promuovendo il potere economico di pochissimi privilegiati a discapito di tanti disperati sconosciuti mietuti come pannocchie avvelenate. Se l’epopea di un luogo deve scriversi a partire dai suoi eroi, ebbene, vorrei che gli eroi dell’isola fossero pirati abili a conoscere l’andamento delle stelle; validi navigatori capaci di toccare le sponde del globo terracqueo e capire da quali valori costruire una cultura per evitare la febbre del sogno lucido. La vera storia del popolo Shardana aspetta solo gli interpreti attuali. Combattenti del nuovo millennio. Pacifici, viaggiatori, risoluti estensori della cultura millenaria. L’oro è alchemico.

Andrea Mereu


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